O deserta bellezza di Ferrara, ti loderò come si loda il volto di colei che sul nostro cuor s’inclina per aver pace di sue felicità lontane; e loderò la chiara sfera d’aere ed’acque ove si chiude la mia malinconia divina musicalmente.
E loderò quella che più mi piacque delle tue donne morte e il tenue riso ond’ella mi delude e l’alta immagine ond’io mi consolo nella mia mente.
Loderò i tuoi chiostri ove tacque l’uman dolore avvolto nelle lane placide e cantò l’usignolo ebro furente.
Loderò le tue vie piane, grandi come fiumane, che conducono all’infinito, chi va solo col suo pensiero ardente, e quel loro silenzio ove stanno in ascolto tutte le porte se il fabro occulo batte su l’incude, e il sogno di voluttà che sta sepolto sotto le pietre nude con la tua sorte. (G. D’Annunzio)
Così D’annunzio elogia FERRARA, quella meravigliosa Ferrara che dal 1995 più che mai meritevole di ciò, è iscritta dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Sembra non vi sia posto più bello al mondo del luogo in cui si è nati e, anche per me come per tutti i miei amici soci della pro loco di Ferrara non v’è posto che la eguagli.
Posta nella bassa pianura emiliana, troviamo un primo insediamento abitativo di Ferrara attorno al VII e VIII secolo, nel sito dell’antica cattedrale di San Giorgio fuori le mura, situato sulla riva destra del fiume Po, proprio in corrispondenza del castrum bizantino del VI secolo che si trovava sulla riva opposta. Strappata dai Longobardi all’Esarcato d’Italia, quindi conquistata dai Franchi e donata al papa, divenne nel 984 feudo di Tedaldo. In età romanica la città prese a svilupparsi maggiormente sull’altra riva del Po mettendo in ombra il Borgo San Giorgio e di conseguenza la sede vescovile venne spostata nel 1135 nell’attuale Cattedrale di Ferrara esattamente nel centro della città. Fu un medioevo tormentato, dopo essere stata al centro di continue lotte fra la famiglia guelfa degli Adelardi e quelle ghibelline dei Salinguerra e Torelli, passò definitivamente alla parte guelfa grazie al matrimonio di Azzo VI d’Este con l’ultima erede degli Adelardi. Ma l’instaurazione del ducato estense non durò a lungo: agli inizi del Trecento gli Este erano in conflitto con Bologna, Mantova e Verona e furono pertanto minacciati nel possedimento della stessa Ferrara. Azzo VIII d’Este chiese quindi aiuto a Venezia ottenendo rinforzi.
Alla morte di Azzo VIII il trono passò al nipote Folco d’Este e non a Francesco d’Este, escluso dalla successione. Francesco, per arrivare al possedimento del trono, offrì il feudo di Ferrara a Clemente V con in cambio il riconoscimento del suo potere sulla città. Ferrara fu occupata dalle truppe pontificie e in nome della chiesa, insediarono il marchese Francesco d’Este. Fu così che ebbe inzio un periodo di guerre che termineranno solo nel 1332 con il vero insediamento degli Este. Gli Este governarono indiscussi sulla città per quasi tre secoli rendendola capitale di un piccolo, ma culturalmente attivissimo, Stato regionale. Il periodo aureo della città fu la seconda metà del Quattrocento sotto il potere di Leonello Borso ed Ercole I d’Este, quando alla corte ducale convertivano personaggi come Piero della Francesca, Pisanello, Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna, mentre si era sviluppata una scuola ferrarese in pittura, con capiscuola del calibro di Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e Francesco del Cossa. Il 1492 fu l’anno del l’Addizione Erculea, la più importante crescita urbanistica progettata da Biagio Rossetti, che ampliò verso nord la città con uno schema razionale di vie e palazzi, uno dei primissimi progetti urbanistici in una città europea.
Nel 1598, a causa della mancanza di figli legittimi del duca Alfonso II, il papa Clemente VIII si riappropriò del feudo e la città entrò bruscamente a far parte dello Stato della Chiesa. Perdendo il suo status di capitale per divenire semplice città di confine, Ferrara andò incontro ad un inevitabile declino. Nell’Ottocento la città visse una ripresa economica grazie alla scoperta della vocazione agricola, mentre è più del secolo successivo la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico cittadino, culminato con l’inclusione della città nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 1995.